I mandorli in fiore caratterizzano le campagne della Val di Noto con una profumata e bianca melodia,
che si perde all’infinito. La mandorla di Noto, è onnipresente nella cucina siciliana, soprattutto nella pasticceria, trasformandosi in granite, biscotti, frutta martorana, pasta reali, mustazzola, cassate e altre leccornie. Furono i Greci ad introdurre il mandorlo nel bacino mediterraneo, mentre agli Arabi va il merito
della lavorazione della mandorla tritata e amalgamata con albume e miele.
Tradizione che poi si è perfezionata nel corso dei secoli, attingendo dai Normanni, dagli Spagnoli, dai Francesi, dai nobili, dai conventi, dai pellegrini e diversificandosi di città in città. Esistono tante cultivar, ma quelle più rinomate affondano le loro radici tra le province di Ragusa e Siracusa le quali, grazie al loro clima particolarmente soleggiato, regalano tre qualità distinte ma altrettanto gustose, la Romana, Fascionello e Pizzuta d’Avola. Le Mandorle della Val di Noto hanno ottenuto il riconoscimento di Presidio Slow Food e dal 2000 sono tutelate dal Consorzio di tutela della Mandorla di Avola, che riunisce produttori, aziende confettiere e dolciarie che utilizzano il noto prodotto e si impegnano affinché sia valorizzato.
– Leggi l’articolo anche su L’Arcimboldo magazine online n°107 Mese di Maggio –