L’Accademia Italiana della Cucina premia in Sicilia la “cucina eccellente” dello chef Pietro D’Agostino “nei suoi piatti fantasia e rispetto per l’ambiente e la cultura”.
Pietro D’agostino, tra i migliori chef 2022 per l’Accademia Italiana della Cucina. Così, il più alto e antico riconoscimento, il diploma di “cucina eccellente”, conferito dalla scuola fondata nel 1953 a Milano da Orio Vergani, dal 2003 anche Istituzione Culturale della Repubblica Italiana, arriva in Sicilia e premia un taorminese doc e la cucina stellata de La Capinera.
Un riconoscimento alla novità, la fantasia, la filologia, il rispetto per l’ambiente e per la cultura che esprimono i suoi piatti. “Una proposta che ha ricevuto l’immediata adesione del presidente nazionale Paolo Petroni”, ha voluto sottolineare Francesco Trimarchi, delegato di Messina dell’Accademia Italiana. A consegnare il diploma, è stata tutta la delegazione messinese dell’Accademia, con tre presenze particolarmente importanti: quella del direttore del Centro Studi territoriale per la Sicilia Orientale, Attilio Borda Bossana, del consigliere di Presidenza nazionale, Ugo Serra, e del coordinatore dei delegati della Sicilia orientale, Vittorio Sartorio.
Non è un caso che l’assegnazione del diploma allo chef D’Agostino arrivi nell’anno in cui il Centro Studi “Franco Marenghi” dell’Accademia abbia dedicato il tema dell’anno 2022 alla “Tavola del Contadino”, perché le pietanze di Pietro d’Agostino un po’ contadini lo sono. Ricchi di ortaggi di stagione, sono piatti semplici nella loro elaborazione, ma ricercati nell’interpretazione di ingredienti e accostamenti sia di pesce che di carne. La materia prima, poi, riconquista pienamente la sua identità e il suo protagonismo con una grande attenzione ai metodi di cottura che conservano inalterati gusto e proprietà del cibo. Una cucina consapevole declinata sul paradigma della sostenibilità, l’ambiente e la salubrità.
“Questo premio prestigioso è per me un motivo di particolare orgoglio – ha detto lo chef D’Agostino – La mia cucina è uno still life della Sicilia: solare, fresca ricca di tradizione, ma moderna. Creatività, memoria e territorio sono gli ingredienti principali che valorizzo nei miei piatti, un approccio che trova riscontro nei menu creati nel rispetto delle stagioni”. Lui stesso ha scelto di vivere in campagna, dove coltiva il suo orto, per pura passione. Ai fornelli, arrivano le primizie coltivate in ogni angolo della Sicilia, grazie a rapporti di collaborazione con i produttori locali. “Si potrebbe ancora percorrere in lungo e in largo una straordinaria e generosa regione come la Sicilia”, ha commentato lo chef.
Pietro D’Agostino è tra i pochissimi maestri ristoratori della provincia di Messina ad essere stato insignito del riconoscimento. Il primo, oltre 40 anni fa, fu Alberto Sardella, titolare del ristorante Sporting di Messina, e seguito qualche anno più tardi, da Franco Marzini di Villa Marchese a Milazzo. “Ci siamo fermati per quasi 30 anni – ha sottolineato Francesco Trimarchi – riteniamo che oggi ci siano due realtà importanti nella nostra provincia che meritano di stare tra i migliori del panorama nazionale: Martina Caruso del Signum di Salina alle Isole Eolie, e Pietro D’Agostino di Taormina”.
“Conosco Pietro D’Agostino da moltissimi anni e ho potuto apprezzare la sua continua crescita – ha concluso il prof. Trimarchi –. Ogni volta da Pietro, è come andarci per la prima volta”.