Ghiotta di pescestocco alla messinese con pasta Margherita
di Cris Lozio
Se chiedi ad un messinese quale è il piatto più rappresentativo della tradizione gastronomica peloritana, ti risponde senza esitare la “Ghiotta di Pescestocco“. Una ricetta che ti ricorda l’infanzia, le domeniche a pranzo, dove con il gustoso sugo si condiva la pasta, mentre il pescestocco e le patate si mangiavano per secondo. Il formato di pasta utilizzato era quasi sempre la “Margherita”, anch’essa della tradizione messinese, scomparsa per decenni dagli scaffali dei super mercati, tornata da poco in vendita, grazie al Pastificio Triolo, riscontrando un grande successo tra le famiglie di Messina e provincia. Quindi dopo questa breve storia della ricetta, vediamo come prepararla.
Ingredienti:
◾300 g di Margherita Ruvida (Pastificio Santino Triolo)
◾100 g Capperi piccoli di Pantelleria
◾Olio extra vergine di oliva
◾Sale q.b.
◾150 g Olive bianche in salamoia
◾700 g Pomodori pelati schiacciati (o passata di pomodoro)
◾1 Cipolla Rossa di Tropea I.G.P.
◾1 Costa di sedano
◾10 Patate silane
◾1,½ Kg di Pescestocco reidratato
◾ Pepe nero
Preparazione:
Per cominciare, tagliate a tocchi grossi le patate, rosolatele in una padella con dell’olio extravergine di oliva, questo darà un sapore più deciso alle patate, levatele dalla padella e riponetele in un piatto. In una pentola alta e larga versate l’olio d’oliva, le olive denocciolate e sciacquate, i capperi dissalati e strizzati, la cipolla tagliata grossolanamente, il sedano a tocchi. Fate adesso rosolare a fuoco alto il soffritto per cinque minuti circa senza farlo bruciare, aggiungete i pelati schiacciati con le mani, le patate e fate cuocere per trenta minuti a fuoco basso. Infine i pezzettoni di pescestocco, continuando a cuocere per venti minuti circa (non fate stracuocere lo stocco, altrimenti indurisce). Mettete il sale, una manciata di pepe nero e spegnete. Cuocete la pasta in abbondante acqua giustamente salata, scolatela al dente e conditela con il sugo della ghiotta, ancora un filo d’olio a crudo e impiattate.
Abbondate con il sugo, la scarpetta è obbligatoria.
In abbinamento consiglio un vino rosso poco tannico, o un bollicine bianco metodo classico.